Fa’ come ti pare; la vita è la tua.
“Fa’ come ti pare; la vita è la tua”, è la frase più ricorrente che le persone più importanti della mia vita mi abbiano mai detto. In questi giorni, in cui tutti si sentono in dovere di mettere bocca sulla vita (e sulla morte) degli altri, mi è ritornata alla mente e finalmente credo di averne compreso il significato. Quando, ad esempio, da ragazzo rientravo alle quattro di notte, la mattina dopo mi sorbivo delle lunghe polemiche che terminavano inevitabilmente con quella frase che, lo capisco solo ora, conteneva un trattato di filosofia che parlava di scelte, opportunità e libero arbitrio. È una frase che pronunciano i genitori e i nonni. Quelli, insomma, che ti vogliono bene davvero. Gli stessi che avrebbero potuto dirti: “Questo non puoi farlo perché lo dico io!”
Vorrei vivere in uno Stato che si comporta come un genitore che ti ama, che soffre se te soffri ma che, alla fine lascia a te la possibilità di decidere di fare quello che ritieni sia il tuo bene. Non so cosa farei semi trovassi sul punto di scegliere. So che vorrei essere io quello che decide.
Se dovessero arrivare sulla Terra degli extraterrestri provenienti da quel nuovo sistema solare appena scoperto, e mi chiedessero se uno di quelli che si arroga il diritto di dire ad un altro come deve vivere (e come può morire), è un essere umano come me, ecco, gli direi di no, gli direi che siamo diversi. Se lui è un essere umano allora io sono un “fa’cco”, uno che pensa che ad un altro si debba dire: “FA’CCOme ti pare; la vita è la tua.” Vedi, caro Adinolfi, se essere umano significa difendere la vita a tutti i costi, e se difendere la vita a tutti i costi significa paragonare l’eutanasia alle “pulizie” fatte da Hitler, allora te sei un umano e io no. Io sono un fa’cco. E se per ritagliarti una nicchia di consenso vuoi continuare a dire queste enormi, mastodontiche cazzate, fa’ come ti pare; la vita è la tua.