La rarità del talento umano
Il talento umano non è infinito. E’ inestimabile ma è assolutamente numerabile. Mi spiego meglio: se oggi al mondo le persone viventi sono circa sette miliardi, a mio avviso sarebbe possibile quantificare l’esatta quantità di talento disponibile oggi nel mondo. Con un ragionamento da Bustine di Minerva mi piacerebbe dividere il mondo in chi ha talento, se pure in minima parte e chi non ne ha affatto. Tra chi non ne ha affatto potremmo enumerare gli zotici, i copiaincollatori, gli ignavi. Tra gli altri potremmo cercare di categorizzare le varie tipologie di talento: il talento artistico, il talento politico, il talento manuale, il talento sportivo e aggiungete voi tutto ciò che vi passa per la testa.
Siccome gli esseri umani sono un numero finito, anche il loro talento è finito. Per questo, come per il petrolio, possiamo dire che il talento è una risorsa esauribile. Pensiamo ad un mondo fatto soltanto da zotici, copiaincollatori e ignavi. Sarebbe un mondo privo totalmente di talento.
Per questo, se consideriamo il talento alla stregua del petrolio, dell’oro o dei diamanti, possiamo dire con certezza che il talento umano è prezioso.
Questo lungo preambolo è per dire che quando scompare una persona piena di talento è come se bruciasse un pozzo di petrolio o crollasse una miniera di diamanti.
Quindi se muore Dario Fo, Albertazzi o Oriana Fallaci non son morti “Un voltagabbana”, “Un fascista” e “Una razzista”, sono morte tre casseforti del talento. E si può essere in disaccordo totale con un pensiero di Fo, con una dichiarazione di Albertazzi, o con uno scritto della Fallaci ma non si può riconoscerne il valore in termini di talento, di capacità di creare discussioni, di fare riflettere e di stimolare il mondo ad allontanarsi dagli zotici, dai copiaincollatori e dagli ignavi.
Per cui, secondo me, il talento ci protegge e ci difende dalla negazione del talento. E quando se ne va uno di questi beni preziosi, dovremmo evitare di seppellirlo con un’etichetta politica o di parte (che poco ha a che fare con la purezza del talento) e renderci conto che abbiamo perso un pozzo di petrolio e quindi che siamo un pochino meno ricchi di quanto lo eravamo ieri.
Da l’Orazione Funebre di Alberto Moravia a Pier Paolo Pasolini
“Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo.
(applausi).
Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe esser sacro.”
fino a quanto il talento ci redime dall’essere eticamente discutibili? Facendo un esempio il presunto talento di Steve Job ne giustifica l’idolatria? Può compensare la sua mancanza di umanità? Cito non a caso Steve Job propio perché Fo ne è stato testimone. Personalmente il fatto di aver rinnegato il suo passato fascista mi rende Dario Fo antipatico a priori per questo punto mi stanno piu simpatici gli ex Camerata Albertazzi, Montanelli, Biaggi per citarne alcuni famosi. Penso comunque che chi possiede un talento abbia grandi responsabilità, propio perche in ragione di questo talento può aver presa sulle persone, quindi scegliere di schierarsi da una parte rispetto ad una altra per chi possiede un talento, è una scelta etica, Farsi testimone del pensiero di Grillo/Casaleggio associati, rendersi testimone di una multinazionale come la Apple, far proseliti Darwinisti (l’eugenetica ed il nazismo sono figli del pensiero Darwinista per quanto scomodo possa essere dirlo), è una scelta etica, l’arte in tutte le sue forme è una scelta etica, scegliere è una scelta etica, ogni cosa è politica, il punto è che in questa società contemporanea, che è basata sullo scambio di informazioni, essere detentori in qualche modo della gestione e dell’uso di queste informazioni, e sinonimo di grande potere, ed onere di responsabilità, un comportamento etico è quindi richiesto, difronte al diritto di cronaca critica e satira, quando ci si schiera si passa alla propaganda, la propaganda è la base di ogni regime
Caro Michele, sei libero di pensarla come vuoi. Per me il talento è sopra a qualsiasi presa di posizione che, quella sì, è opinabile sia in vita che post mortem.