Come fa un neonato a profumare?
Un dubbio mi tormenta da una decina di giorni: un bambino che deve nascere resta per nove mesi sempre più schiacciato tra stomaco, vescica e intestino, dei posti dove si producono tra i puzzi più insopportabili del mondo; quando viene alla luce nessuno si prende il disturbo di lavarlo con saponi francesi, al massimo una passata di carta come faresti col parabrezza dopo che hai attraversato un guado fangoso al Camel Trophy. Eppure, appena ti mettono tuo figlio sotto il naso, ti sembra di sentire l’odore più bello che tu abbia mai provato. Mi sono chiesto come questo sia possibile, perché vabbene l’ebbrezza del primo incontro, passi pure l’irrazionalità data dall’euforia, ma se tiri fuori un fiore da un cassonetto, il fiore puzza per forza di cassonetto.
Ci ho provato a spiegarmelo e forse stanotte, mentre tenevo un biberon in mano, credo di aver capito: un figlio è una doccia. Può essere bollente, fredda o miscelata a modino. Comunque, ti lava. Ti porta via il fetore che avevi addosso prima e ti sembra che quel profumo provenga da lui. Sbagliato! Viene da te. E te lo devi godere perché dura poco, perché subito ricominci a sudare di nuovo, a lamentarti, ad impuzzolirti con le ansie e le paure. I neonati non profumano, è la tua testa che, per un attimo, odora di buono. Se ci riesci puoi farlo durare per molto tempo, ma bisogna essere molto bravi e dimenticarsi che la logica sta da tutt’altra parte.
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