“Dopodomani” è un gran giorno
Dei giorni della vita, quello che preferisco è “dopodomani”. Perché “dopodomani” ti concede di avere un giorno in più per essere pronto.
Quando sei a scuola, se proprio ti devono interrogare, è meglio che sia dopodomani. Perché hai sempre l’illusione che se qualcosa la puoi aggiustare la aggiusterai domani. E dopodomani farai il culo alla professoressa.
Dopodomani si parte per un viaggio. “Hai preparato tutto?” “Tranquilla, le ultime cose si fanno domani!”
Due giorni prima di “dopodomani” non c’è ansia, quella si rimanda a domani. E avere l’illusione di avere un giorno in più ti fa godere il bello di quello che porrebbe essere.
“Quando me lo presenti quel lavoro? Domani?” “No dai, facciamo dopodomani.”
Sono uno che ha sempre odiato rimandare le cose. Uno di quelli che mangiavano sempre l’uovo in culo alla gallina. A quarant’anni suonati ho imparato che pensarci un giorno in più fa venire le cose meglio.
La vigilia è il giorno dei dubbi, il giorno prima della vigilia è quello dei sogni.
Anche nel Palio, dei quattro giorni, il più bello è quello dove si corre dopodomani. Perché tutti sanno che, male che vada, domani è un altro giorno per godersela. Invece no. Domani si rimugina, si pensa che ci sarà qualcosa che potrebbe andare storto, che ieri si poteva fare qualcosa in più. Ma ieri era ieri, era il giorno delle speranze. Chi se ne frega.
Da quando ho imparato a godermi le cose che accadranno dopodomani vivo meglio. Provateci anche voi, poi mi raccontate.
A proposito, dopodomani nasce mio figlio. Ci sentiamo dopodomani. Oggi me la godo.
Poesia