ciliegie

Le ciliegie e gli uccelli migratori

Non avendo alcun talento nello sport, il mio sport preferito è sempre stato quello di cercare metafore universali nelle piccole immagini del quotidiano. Passeggiando intorno agli alberi della casa in campagna, mi sono messo ad osservare il ciliegio, bello carico di bacche ancora verdi. Ho pensato ad alta voce: “quest’anno ne ha fatte una marea”. Mia madre ha subito stroncato il mio ottimismo, “dipende da quante ce ne lasceranno gli uccelli”.
Sì, perché ogni anno in questa stagione si combatte una battaglia senza esclusione di colpi (ma senza sparare) tra i miei genitori e stormi di merli, passeri, storni e pettirossi. Credo che Hitchcock si sia ispirato al mio orto quando ha girato “Gli uccelli”.
In questa lotta ci ho rivisto la vanità di chi affronta il tema dell’immigrazione con l’illusione di poterlo gestire e controllare a proprio uso e consumo, come se, solo per il fatto di essere nati qui, fossimo noi i padroni del ciliegio.

Ho quindi elaborato una serie di proposte per risolvere una volta per tutte la questione:

1. Partendo dal dato di fatto che il ciliegio è nostro, lo dice il catasto, chi vorrà mangiare le nostre ciliegie dovrà, per forza, passare il cancello e chiederci il permesso. Se i richiedenti arrivano dal cielo, almeno ci facciano la cortesia di arrivare alla spicciolata e non in gruppi superiori a 10. (Ad oggi questa proposta non è stata ascoltata)
2. Per gestire meglio i flussi, si richiede ai volatili di non arrivare tutti nello stesso periodo, quando le ciliegie sono mature, ma di organizzarsi in turni per coprire anche i mesi invernali e quelli estivi, quando le ciliegie non ci sono. (Ci è stato risposto con un fischiettio da un fringuello che aveva tanto il suono di una presa di culo)
3. Dal momento che abbiamo un vicino a destra e uno a sinistra della nostra proprietà, chiediamo ai confinanti di prendersi una parte degli uccelli sui propri ciliegi. Il vicino a sinistra ha detto che lui fa già la sua parte accogliendo stormi e passeri anche nell’albicocco. Quello nella proprietà a destra ha risposto segando il proprio ciliegio e ricavandone un posto auto.
4. Come soluzioni interne ci siamo organizzati in corvè di 6/8 ore per dissuadere i volatili dall’approdare sui nostri rami: mia madre ci parla chiedendo per favore di transitare oltre senza recare disturbo, mio padre ha caricato una raccolta di dvd sui rami sperando che i riflessi sui dischi impauriscano lo stormo. Io ho improvvisato una manifestazione supportata dalla lobby dei fruttivendoli che, temo, abbia dei conflitti di interesse notevoli.
5. Abbiamo pensato di dipingere con lo spray di verde tutte le ciliegie, in questo modo gli uccellini non capiranno che sono mature e noi potremo mangiarle perché siamo più furbi. Non siamo noi quelli dell’illuminismo? (Abbiamo successivamente scoperto che la vernice era tossica)
6. Abbiamo chiesto al Comune di Sovicille di farsi carico del problema perché non può essere mica il singolo, solo perché il suo orto è posizionato proprio dove passano i flussi migratori, a restare senza ciliegie tutti gli anni. Ci è stato risposto che ci stanno pensando ma le priorità sono altre.
7. Abbiamo preso la decisione di cogliere noi le ciliegie e inviare il 10% del raccolto dove gli uccelli hanno svernato, perché è giusto aiutarli a casa loro.
8. Ci sono dei vicini che ci fanno notare che alcuni uccelli si sono permessi di schifare le nostre ciliegie dando una beccata e buttandole in terra. Almeno mangiatele, perdio! Meglio se quelle marcite, tanto per voi che differenza fa?
9. Si è verificato il caso di un merlo che canta “ti mangio ciliegea, no pago affitto”. Mio padre si è subito informato di fosse è quell’imbecille.
10. Alla fine abbiamo fatto una riunione di famiglia dove abbiamo deliberato che a noi di ciliegie bastano due panieri. Ok agli uccelli, basta che tolgano da terra i noccioli.

Mi sono messo a guardare il ciliegio. E’ bellissimo. E penso che sia naturale che continuino a volarci sopra gli uccelli.

Fine della metafora.

insonnia

L’insonnia secondo me

Amici e amiche, faccio outing: sono cintura nera di insonnia. Terzo dan!

Con un ‘esperienza ormai ultra ventennale, posso scrivere un trattato sul perché e come si genera l’insonnia. Quella degli altri non ne ho idea ma la mia credo di avere capito come e quando si manifesta. La mia insonnia è un riflesso condizionato che si attiva in presenza di condizioni in cui la coperta è troppo corta per mancanza di energie, di tempo, di denaro o di stimoli, di ordine.

L’insonnia per mancanza di energie: è quella che mi capita con maggiore frequenza. Più sono stanco e meno dormo. Il problema è che meno dormo e più sono stanco. Capita di arrivare a casa, cenare, accasciarsi sul divano e perdere la vita per un’ora e in quarto e poi, verso le 23.00, risvegliarsi con gli occhi a civetta e chiedersi: “E ora che cazzo faccio fino a domattina?”. Perché il sonno è come la Pasqua, quando arriva arriva (meglio se non stai guidando). Ma quando se ne va, non c’è Pasquetta. E’ andato. Fine. Se ne riparla domani dalle 21.45 alle 23.00. E durante la notte insonne, te che sei lungimirante, nel senso che prevedi che domani pomeriggio in riunione parlerai come Sloth dei Goonies tra gli applausi degli astanti, cerchi di portarti avanti con il lavoro del giorno dopo. E capita anche che vengano fuori delle ottime idee che, facendo entrare in circolo una spruzzata di adrenalina, ti levano le briciole di sonno che ti erano rimaste.

L’insonnia per mancanza di tempo: è quella che accade quando ti rendi conto che ti si sono accumulate trecento cose da fare di cui ti manca da fare il 4% per arrivare in fondo ma che ti generano un’ansia micidiale. Un piccolo trucco per superarla immediatamente è quella di farsi una bella lista di cose da fare. Di solito alla fine della lista ti addormenti per 3 quarti d’ora che, nell’economia generale della giornata sono come una ricarica telefonica da 2 euro (serve a poco ma meglio di niente).

L’insonnia per mancanza di denaro: quando si verifica, solitamente, non passa in un periodo breve. Si curerebbe con una bella vincita al lotto, non dico Superenalotto eh, l’insonne per mancanza di denaro ha aspettative basse, che di solito coincidono con le cartelle di Equitalia che ha fatto rateizzare al commercialista. Da questo tipo di insonnia sono esenti i menefreghisti e i cascatori in piedi. Per tutti gli altri non c’è nemmeno più Mastercard.

L’insonnia per mancanza di stimoli: la noia si nasconde letteralmente dentro la parola insonnia, fateci caso. Quando siete apatici, senza motivazioni, senza cose pianificate da portare in fondo, è proprio lì che perdete il sonno. L’avere tempo a disposizione, mentalmente vi tiene svegli per non perdere il tempo del sonno che sarebbe prezioso per pensare a come riempire il tempo della veglia. Il ragionamento è un po’ contorto ma se lo leggete con calma lo capite. Tanto avete tutta la notte per rimuginarci sopra.

L’insonnia per mancanza di organizzazione: è quella che succede perché non avete organizzato bene quello che avete da fare. Come tutti gli altri tipi di insonnia si cura cercando di mettere in fila le cose assumendo nel tempo la consapevolezza che c’è sempre qualcosa di prioritario e di secondario. E le cose secondarie a volte è bene lasciarsele dietro le spalle. Perché, anche se non dormi, la giornata sempre di 24 ore è. E di più non è possibile ottenere dal proprio tempo a disposizione

 

Qualunque sia la vostra insonnia abituatevi a gestirvela da soli e se vivete o volete bene a qualcuno che ne soffre non gli dite: “Devi dormire!”. Chiedetegli piuttosto: “Quale mancanza hai che posso aiutarti a colmare?”

 

PS. Sulla mia tomba scriveteci: “Risposa in pace. Almeno ora. Forse.”

L’immagine è tratta da una campagna pubblicitaria realizzata dall’agenzia brasiliana Carnaby per le palestre Corpus Academia Gym.