L’importanza di votare spiegata a mio figlio (che non ho)
“Babbo, perché dici che bisogna andare a votare in tutti i modi? Mi hai detto che non sei per niente convinto di cosa votare?”
“Secondo te qual è il quadro più bello del mondo?”
“Boh? Ce ne sono tanti. A me mi piace Van Gogh.”
“Ecco, prendi un quadro di Van Gogh, pensa a quante pennellate gli ha dovuto dare per farlo così bello. Saranno centinaia di migliaia. Ora pensa di essere una di quelle pennellate: credi che se tu non ci fossi il quadro sarebbe meno bello?”
“Penso di no.”
“Esatto! Ma potresti dire qual è la pennellata più importante?E potresti dire dopo quante pennellate la tela di Van Gogh si è trasformata in un capolavoro?”
“Questo penso che non lo sapesse nemmeno lui che l’ha dipinta!”
“Appunto. Siccome non è possibile dire quale voto sia importante e quale no, bisogna andare a votare. Magari te potresti essere la pennellata che cambia tutto, che rovina l’opera o la rende immortale. Ma questo non si sa mai prima, e spesso neanche dopo.”
“Babbo, e se ti dicevo che mi piaceva Fontana? Quello dei tagli?”
“Tesoro, ragiona: lì la pennellata è una sola e data con un coltello. La dittatura te la spiego un’altra volta!”
“Che me ne importa, tanto non sono mica nato.”
“Beato te, figlio mio!”
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