Da una vita sono in folle
Facendo un viaggio nella terra di Don Chisciotte mi è venuta a galla una canzone che scrissi con Roberto per la commedia messa in scena al Teatro dei Rozzi dalla nostra Contrada “Sono pazzi miei”.
Era il finale che raccontava l’evasione da un manicomio di un gruppo male assortito di matti. Ma è anche una metafora della vita di tante persone. Della mia sicuramente.
Da una vita sono in folle
Sembro quasi come un letto senza molle
Non ho muri, non ho tetto
Mi hanno detto questo qui va chiuso lì
Anche senza cervello
Quella luce che filtrava dal cancello
Di quel mondo mi parlava
Di quel mondo che io non avevo lì
Senza ali volavo
Non avevo le catene ma ero schiavo
E vi canto le mie pene
Forse è un bene che non tornerò più lì
Ogni notte, ogni giorno,
Per fuggire mi guardavo sempre intorno
Però dentro io restavo
A sognare di non essere più lì
Esci fuori dalla gabbia,
niente pulci, niente nebbia, niente rabbia
Dillo a tutta la città
la follia in questo mondo è libertà
Non restare tra le sbarre
Scappa fuori e scatena la bagarre
Dillo a tutta la città
La follia in questo mondo è libertà
Dillo a tutta la città
La follia in questo mondo è libertà
(Canzone scritta per la commedia “Sono pazzi miei”. Testo: Giampiero Cito, musica: Roberto Ricci, Siena 2004)
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