Il Paraculio
“A volte sono un bastardo e a volte un buono”, cantava il grande Iglesias Sr. Ecco, io oggi sono un bastardo. E voglio descrivervi il più viscido degli esemplari di essere umano: il “Paraculio”. Io lo chiamo così perché ha un sorriso sempre a 64 denti, proprio come il buon vecchio Julio. E come lui ha una grande capacità di sedurre gli sciocchi. Lo conoscete tutti, dovete solo dargli un nome proprio.
Il Paraculio è come i gatti, cade sempre da ritto e se fosse una fetta biscottata imburrata, state certi che non cadrebbe mai dalla parte del burro. Il burro gli serve piuttosto per farvi la festa, e spesso ve la fa anche senza burro.
Il Paraculio era il più viscido dei vostri compagni di classe, quello che non vi passava mai il compito, quello che per fare bella figura vi passava sopra. Ognuno di noi ha un suo Paraculio personale.
Il Paraculio ha sempre vissuto all’ombra di qualcuno più potente di lui e quando vi ha fatto una telefonata era senz’altro perché gli serviva qualcosa da parte vostra.
Il Paraculio fa sempre buon viso a cattivo gioco e ve lo ritroverete nel mezzo per tutta la vita. Sarà quello che vi inviterà al proprio matrimonio perché gli conviene, al battesimo di suo figlio perché gli fate comodo. E quando voi cadrete in disgrazia, e voi lo farete dalla parte imburrata, statene certi, il Paraculio si dimenticherà di aver salvato il vostro numero in rubrica.
Quando il Paraculio sarà ad una cena e qualcuno parlerà di voi, negherà di aver fatto finta di esservi amico e lo farà anche prima che canti il gallo. “Sì, lo conosco di vista…”
Il Paraculio farà carriera, voi no.
Il Paraculio troverà i pertugi da cui passare, perché quando si sguiscia ci si infila dappertutto.
Il Paraculio lo troverete ad attendervi con la corona di fiori hawaiana, quando sarete riusciti a rialzarvi, e penserà di avere nuovamente bisogno di voi.
E’ in quel preciso momento che voi, con tutte le vostre forze, dovrete sfoderare il più luminoso dei vostri: “Telovappigliannelculo!”. Poi lo guarderete negli occhi e con una pacca sulla spalla gli direte: “Addio, caro.”
E vi sentirete le persone più felici dell’universo.
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