La febbre del sabato mattina
Vabbè, è ufficiale: sono vecchio.
C’ho provato a resistere, ho iniziato anche un altro album di figurine. Però non ho trovato nessun coetaneo che avesse i doppioni e l’ho lasciato a mezzo. Non c’è niente da fare, questi 40 anni si sentono. E più ti ostini a negarli e più si sentono. E specialmente nel fine settimana, capita di andare a dormire sentendosi John Travolta e svegliarsi come John Sconvolto.
Ho preso un Moment che mi si rinfaccia con un lieve bruciore allo stomaco, allora prendo un Maloox che mi rende la bocca amara e mangio un cucchiaio di miele che mi manda immediatamente al bagno. Non sono 40 anni, è una reazione a catena. Eppure avevo giurato che quando avrei avuto 40 anni non avrei fatto come tutti quei vecchi quarantenni che conosco. Quelli che il sabato stanno a casa e invitano altri quarantenni a giocare a Pictionary. Io non ci voglio giocare a Pictionary. Giocateci voi a Pictionary.
Ora lo sai che faccio? Vado su Ticketone è compro il primo concerto di Freddie Mercury che trovo. Ma perché Freddie Mercury non fa più concerti dal vivo, perdio! Mi fa male la testa. Ora mi sdraio e mi misuro la febbre. 37,9. Ah, ecco, non sono i quarant’anni, è la febbre. Grazie al cielo, pensavo di essere invecchiato. Mi alzo e mi faccio un brodo di dado. Poi lo butto via perché mi vergogno a mangiare il brodo di dado. In casa non ho niente ma ho la febbre gravissima e non posso uscire. Digiunerò. Impossibile. Devo farmi un teino. Quando sei malato il the diventa il “teino”, non ho mai capito perché. Giuro che il primo che mi invita a cena di venerdì e mi fa fare le tre e mezzo, lo denuncio. Non ce la faccio più, ho 40 anni suonati, cazzo! Lo dice anche la carta d’identità. Quasi quasi faccio finta di perderla.
Suona il telefono: “Sì? Come? Quando? Venerdì prossimo? Quanti siamo? Va bene!”
In fondo il Tony Manero che è in me non è ancora morto. Però c’ha la febbre.
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